
Per non dimenticare le bottiglie stappate e farci compagnia a distanza. Aspettando, rinchiusi tra casa e cantina, che passi la bufera; esorcizzando virus vecchi e nuovi, e sognando l’inizio di un mondo migliore.
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Oltre ai premi che tutti conoscono, dai Tre Bicchieri a quelli speciali: cantina, bianco, rosso dell’anno eccetera, la guida Vini d’Italia del Gambero Rosso vanta un carnet non trascurabile di riconoscimenti segreti, riservati a chi contribuisce alla sua realizzazione.
Tra questi, il sottoscritto può vantare la Scheda dell’Anno dell’edizione 2020 attualmente in commercio, assegnatami dalla redazione per il testo sulla Tenuta San Guido e il suo vino simbolo: il Sassicaia. Non nego di essermi pavoneggiato parecchio per quel premio, vantandomene con i nipoti e firmando qualche autografo alla cassa del supermercato (bei tempi, quando si poteva).
Visto che “da un grande potere corrispondono grandi responsabilità”, ho deciso di recarmi lesto lesto a Bolgheri, presso la Tenuta dei Marchesi Incisa, per garantirmi qualche bottiglia di Sassicaia 2016 e assaggiare in anteprima la nuova annata. Metto la data: 2 Marzo 2020.
Tutti sappiamo che il millesimo 2017 è disgraziato, almeno per molti territori italiani, ed è per questo che il vino mi ha stupito. Non solo è buonissimo, cosa che ci si aspetta sempre da un’etichetta così blasonata, ma pare aver domato con classe ed eleganza le intemperanze e i tratti più complicati del millesimo. Lecito attenderlo? Può darsi, ma per me un segnale inequivocabile che conferma un percorso stilistico codificato dalla storia e che oggi pare cavalcato con spirito contemporaneo, sicurezza e costanza. Come e meglio del solito.