
Era da un po’ che non tornavo in Umbria per una ricognizione “seria” in Rosso. La voglia stava tuttavia piano piano tornando, dopo aver incocciato qua e là nuovi nomi e nuove interpretazioni del team “artigiano-naturale”, ma anche una serie di Montefalco “reloaded”.
E allora ecco un focus inedito, tema del quinto appuntamento nel calendario 2022/2023 della cellula campana @tipicamentewineclub, con un Cicerone speciale e 17 Montefalco Rosso e Rosso Riserva di altrettante aziende (con la 2020 come annata più giovane e 2015 come più matura).
Vini sempre più in grado di mementare efficacemente che:
1) il distretto non è solo Sagrantino;
2) seppur ancora in itinere, il percorso di definizione identitaria suggerisce che si può aprire per loro un vero spazio di attenzione (e anche di ragion d’uso) nella mappa dei rossi del Centro Italia a base sangiovese;
3) il sangiovese centroitalico, appunto, può essere tante cose diverse, a maggior ragione se maritato col Sagrantino e altre varietà, ma è importante spiegarlo e sostenerlo in prima persona, da protagonisti consapevoli;
4) probabilmente non saranno mai i vini di chi ha in testa quasi solo l’idealtipo Radda, Gaiole, Montosoli, Rufina o Modigliana, ma chi ama spaziare e godere di una certa polpa mediterranea, potrà ampliare la rosa delle opzioni frequentandoli più spesso (specie con cacciagione e dintorni, dove una trama continental-sudista funziona molto meglio dello schema vertical-appenninico);
5) eterogeneità stilistica ed interpretativa non significa necessariamente schizofrenia e confusione. E quando, come nel caso di questi 17 vini, un filo conduttore riesce lo stesso a manifestarsi: viene voglia di tornarci su ancora.