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Birra in Fermento a Firenze


Per dimostrare che le critiche nei miei confronti sono ingenerose, che non penso solo al vino e che seguo alla lettera i consigli del mio medico (chiunque esso sia), ho deciso di tenermi alla larga dal nettare di Bacco per un intero fine settimana.

Eccheccavolo, volete che non sia capace di smettere quando voglio, ma dico io, per chi mi avete preso? Forte di questo proposito, fiero della mia incrollabile decisione, mi sono fiondato a Firenze, dove era di scena un evento di Fermento Birra, con tanto di premio al birraio dell’anno. Beh, che sono quelle facce? Ho detto che avrei rinunciato al vino, mica potevo morire di sete…
Per la cronaca “the winner is” Valter Loverier del birrificio artigianale LoverBeer di Marentino (Torino), “coraggioso, innovatore, estroso, competente, persino romantico per una filosofia di produzione che ha il sapore della tradizione antica, dove il savoir-faire artigiano, l’attenzione alle materie prime ed il tempo hanno un vero significato”. Questo il pensiero dei cinquanta giurati che hanno decretato il vincitore, tra cui ovviamente Nicola Utzeri (nella foto in alto), ideatore del premio e di Fermento Birra.
Fredda cronaca a parte, è stato un pomeriggio piacevolissimo, trascorso nei dintorni di via dei Georgofili, in un concentrato di storia, arte e bellezze da far girare la testa,  dove erano previsti una serie di appuntamenti troppo ghiotti, in altrettanti punti di riferimento culinari della città (che guarda caso qui si concentrano).


E allora via, il tour birro-gastronomico comincia da ‘Ino, dove il patron Alessandro Frassica aveva creato un panino ad hoc per una delle birre del vincitore: la Madamin. Da una ricetta di ispirazione belga, è un’ambrata che fermenta in tini di rovere (Gamba), al naso mostra intriganti note vinose e di “brett”, mentre in bocca la bella acidità (mai scissa) non degenera in sensazioni amare o metalliche. Davvero buona insomma.


Pochi passi ed eccomi dentro il ristorante Ora d’Aria di Marco Stabile. Qui tre assaggi ed altrettanti abbinamenti con diverse birre artigianali:
– Super tartare (di fassona piemontese) e crescioni di pera con la Rurale di Montegioco (che a dirla tutta prevaricava un po’ sul piatto col suo finale decisamente amarognolo)
– Farrotto asparagi, melissa e blu del Moncenisio con la Duchessa di Birra del Borgo (divertente il gioco farro nel piatto, farro nella birra)
– Stracotto di guancia con purè di patate alla senape. Abbinato alla BeerBera di LoverBeer (birra a fermentazione spontanea, in legno, senza lieviti aggiunti. Secondo me alla cieca può essere scambiata per un vino rosso frizzante con una particolare filosofia produttiva… Comunque il gioco ci stava tutto)

Si chiude con Carpinia, regina delle gelaterie fiorentine, che per l’occasione aveva preparato una coppetta du gust, che notoriamente son megl che uan: alla Beerbrugna (altra etichetta firmata LoverBeer) e alle melighe di Mondovì.

Poi tutti al Circolo Canottieri, luogo davvero suggestivo a due passi da Ponte Vecchio, per l’ultima birretta del mio pomeriggio senza vino…

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