
Pampaneo Airén | Perversione naturale
L’Airén Natural di Bruno Ruiz* è un vino assurdo, inutile girarci intorno. Ha colore aranciato – brunastro, velato tendente al torbido, e metterlo in bocca richiede un bell’atto di fede.
Se ci riesci scopri che dentro c’è tutto e il contrario di tutto, in una specie di campionario dei possibili difetti del vino (questione che, va detto, è in fase di aggiornamento).
Un bianco, si fa per dire, che gioca ad accostare gli opposti: al naso ci sono i tratti dolci della frutta secca, con cenni di pesca e albicocca sciroppata, e allo stesso tempo le punte agre di una volatile sopra le righe. Il tutto attraversato da folate resinose, di erbe mediterranee e spezie. In bocca l’affondo dolce è quasi zuccherino (anzi no, è zuccherino proprio) eppure è l’acidità ad avere la meglio, trascinando il sorso verso un finale che definirei sweet, salty and sour.
Un guazzabuglio di colori, profumi e sensazioni che, questo è il fatto strano, a me piace parecchio. Intendiamoci, non mi sognerei mai di direi pubblicamente che “è buono” e mi guarderei bene dal consigliarlo, specie senza sapere che tipo di bevitore ho davanti. Però lo stappo volentieri.
Nel vino, come in tante altre bevande o in cucina, parliamo spesso di tecnica, correttezza esecutiva, ricette, qualità e stili. Al limite sconfiniamo nel “culturale”, nella tradizione, nelle tendenze o nelle mode, finendo magari per aggrapparci all’impalpabile gusto personale. Ci dimentichiamo troppo spesso, però, di affrontare l’indecifrabile tema della perversione. Hai voglia a tirar fuori formule edotte, analisi di laboratorio o raffinate argomentazioni sull’equilibrio quando ti spari una gueuze a stomaco vuoto, mangi carne quasi putrefatta (i fighi la chiamano dry aged) o cetrioli fermentati.
Ci sono casi in cui il piacere arriva da fonti impensabili e luoghi nascosti, in modi che non sappiamo ben decifrare. Qualcosa di bello che però ci fa vergognare, difficile da far uscire dalla nostra sfera più intima e privata.
Succede un sacco di volte, a pensarci. Nel vino, nel sesso e in tante altre deplorevoli attività umane.
* La Bodega Bruno Ruiz si trova a Quero, vicino Toledo, nella comunità autonoma di Castiglia – La Mancia. Comprende 65 ettari di vigne convertite all'agricoltura naturale nel 1998. Le varietà sono tutte locali, tempranillo e airén in testa. Il Pampaneo Natural Airén è fatto con uve di viti centenarie, adagiate su suoli sabbiosi e ben carbonati. L’allevamento segue i dettami della biodinamica mentre in cantina la fermentazione, avviata spontaneamente, prevede macerazioni sulle bucce di circa quattro mesi. No solfiti aggiunti.
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