
Capanno Day #1 | Clos des Perrières ’07 Grivault Vs Meursault ’06 Coche-Dury
Nove amici, una ventina di bottiglie, la cucina densa di anima del Capanno di Spoleto *, un padrone di casa con una marcia in più come Mauro Rastelli, tanta voglia di giocare e godere. Il racconto a puntate di una giornata speciale, incentrato sulle “sfide di abbinamento”: il miglior vino possibile come miglior accompagnamento possibile dei piatti pensati per scandire oltre sei ore di pappatoria.
_____
Tenzone numero uno
Meursault Clos des Perrières 2007 Albert Grivault
VS
Meursault 2006 Coche-Dury
Arbitra: frittatina al tartufo nero
I contendenti scelgono di andare sul classico per il primo match, che vede protagonista uno dei cavalli di battaglia del Capanno.
Abbinamento “di sicurezza”, immaginato per assecondare la dolcezza burrosa e l’elegante aromaticità del piatto, pulendone contestualmente la golosa untuosità.
Vince di un’incollatura un Clos des Perrières in versione energica e verticale, ben integrato negli apporti boisé e di ottima forza agrumata. La Borgogna Bianca che convince anche i più sensibili al rovere.
Ma in assoluto il Village di Coche-Dury gli è forse superiore per fittezza e articolazione. A dispetto dell’annata, fondamentalmente trista per la stragrande maggioranza dei bianchi della Cote de Beaune, alcuni grossi calibri inclusi.
«Il calabrone non può volare a causa della forma e del peso del proprio corpo relativamente alla superficie alare. Ma non lo sa…e perciò continua a volare». Una bella frase da social, tuttavia falsa nel contenuto e nell’attribuzione ad Albert Einstein, che si rivela sempre efficace per vini di questo tipo, come il Montrachet di DRC raccontato da Antonio qualche settimana fa (link). Forse funziona davvero così, e parafrasando: la 2006 è una brutta vendemmia per i bianchi di Borgogna, ma i grandi non lo sanno e sono buoni lo stesso.
Commenti recenti