
Se per andare in Sicilia, invece di un comodo volo che ti porta a destinazione decidi di metterti in macchina all’alba per prendere una nave da Napoli, arrivando un paio d’ore in anticipo solo per mangiare una pizza, sei dei nostri.
Così è andata, qualche settimana fa. Troppo allettante l’idea. Troppo strategica la posizione di 50 kalò, nuovo locale del super pizzaiolo Ciro Salvo, a Mergellina, per non sfruttare l’occasione.
Arriviamo di buon ora, dunque, e siamo i primi a sederci alle 12 e trenta spaccate. il posto è decisamente curato, moderno ma semplice, accogliente, con un servizio che ci è sembrato impeccabile, spigliato, puntuale.
Perché 50 kalò? La spiegazione è nel menu: “i pizzaioli hanno un loro personalissimo gergo, per lo più incomprensibile agli altri. Usano dire kalò per indicare qualcosa di buono, e skatà per dire cattivo. In greco kalos significa bello, ma anche buono. E il 50? Nella cabala o nella smorfia partenopea 50 è il pane e i pizzaioli sono maestri dell’arte bianca. Da qui nasce il nostro nome: 50 kalò”.
Le pizze di Ciro Salvo sono note per l’estrema leggerezza. Le farine (povere di proteine), l’uso di tantissima acqua nell’impasto (“al limite della lavorabilità”) e le lunghe lievitazioni garantiscono un risultato decisamente soffice, di spettacolare digeribilità. Basta uno sguardo alla carta, scorrendo rapidamente nomi e ingredienti, per capire il livello delle materie prime, la cura nella selezione e l’attenzione per i dettagli.
Siamo in quattro, una bella occasione per assaggiare cose diverse. La pizza fritta, tra le motivazioni principali della visita, non delude. Scegliamo quella con il ripieno classico (ricotta di bufala campana DOP, provola di Agerola, cicoli di maiale, pepe – € 8,50). Gusto e leggerezza, sapore senza la minima pesantezza. Incredibile.
Si prosegue con Pomodorini e bufala (€ 8,50), l’immancabile Margherita (stellare, godimento puro – € 6,50) e si chiude con la pizza che porta il nome della casa: 50 kalò. Un valzer di sapori mediterranei, un viaggio lungo l’Italia, profumi di mari e di terre: pomodorini del piennolo del Vesuvio DOP, scarole cotte a vapore, aglio dell’Ufita, olive nere taggiasche, capperi di Salina, olio extravergine d’oliva Don Alfonso.
Ci beviamo una Falanghina dei Campi Flegrei Agnanum di Raffalele Moccia. Usciamo col sorriso e abbiamo già voglia di tornare. Il mare è piatto e tutto sembra andare bene.